p>Il covid-19 oramai ha paralizzato le attività quotidiane in qualsiasi parte del mondo, obbligando la quasi totalità delle persone a un esilio forzato, ciascuna nella propria casa. Questa è l’unica strategia possibile per arginare il diffondersi di questo virus, a patto che tali indicazioni siano rispettate, ma questo è un capitolo a parte.

Gli effetti di questa quarantena si manifestano naturalmente anche sulla produttività di una Nazione, generando quella che definiamo “Crisi da coronavirus”, un periodo durante il quale le famiglie lottano contro le restrizioni e i blocchi lavorativi; mentre le aziende devono far fronte a costi che difficilmente riusciranno a coprire.

Le misure stringenti imposte dal Governo hanno generato profondi cambiamenti nelle nostre abitudini di acquisto. In particolare, lo smart working e la quarantena hanno costretto le persone a condurre una vita molto più casalinga, influenzandone anche i consumi. Ecco che la maggior parte delle persone si trova quasi costretta a utilizzare i canali online per acquisti abituali e non.

Crisi da coronavirus: perché i consumatori si lanciano sugli acquisti online?

Vediamo come rispondono i consumatori finali alla crisi da coronavirus. L’auspicio è che si intraveda al più presto la luce in fondo al tunnel, ma nel frattempo si cerca di far andare avanti la propria vita quotidiana nella maniera più normale possibile, se di normalità si può parlare. Per questo motivo, non potendo uscire, le persone si affidano agli acquisti online; sia per beni di prima necessità come il cibo, sia per prodotti di consumo non necessari, ma comunque presenti stabilmente nel paniere dei prodotti abituali.

Una ricerca Nielsen sulle vendite online dei prodotti di largo consumo ci dice che abbiamo assistito, dall’ultima settimana di febbraio fino alla prima di marzo, a un incremento di oltre l’80% delle vendite online rispetto allo scorso anno, con un incremento del 30% se confrontate con quelle del periodo immediatamente precedente l’emergenza coronavirus.

Crisi da coronavirus: come possono rispondere le aziende?

Qual è l’azienda che risponde nel migliore dei modi alla crisi da coronavirus? Non è semplice da dire, ma sicuramente è quella che pensa a come rilanciare il proprio business, sia dopo che durante l’emergenza.

Come per ogni cambiamento dell’epoca contemporanea, anche in questo caso gli imprenditori che hanno saputo e potuto digitalizzare il proprio business sono stati premiati.

Lo dice implicitamente la ricerca Nielsen. Sì, perché se da un lato c’è un incremento considerevole degli acquisti online, dall’altro lato ci deve essere l’esigenza dei consumatori di trovare sempre più merce disponibile in pochi clic.

Dunque, digitalizzare il proprio business per uscire dalla crisi da coronavirus. Sembra essere questa la ricetta, soprattutto per le piccole e medie imprese, che poi rappresentano il cuore pulsante dell’economia italiana.

I grandi colossi, infatti, possono permettersi “il lusso” di perdere fatturato durante questo periodo, guadagnando in Brand Awareness e Reputation grazie ad attività di sensibilizzazione o donazioni agli ospedali coinvolti nella lotta al coronavirus, forti di una ripresa nella quale giocheranno un ruolo importante nel mercato.

Le PMI purtroppo non hanno basi così forti da fronteggiare la crisi da coronavirus allo stesso modo; ecco che la digitalizzazione del business diventa per loro un’opportunità da sfruttare. Come? Realizzando o potenziando il canale di vendita online attraverso piattaforme e-commerce dedicate.

Se anche tu hai desideri potenziare le vendite realizzando un sito e-commerce, contattaci ora inviando una e-mail a info@leftymarketing.it